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Degenerazione alimentare moderna

Degenerazione alimentare moderna

Mi ricollego oggi all'articolo dell’altro ieri quando esaltavo la dimensione personalizzata dei ristoranti, buona o cattiva che sia come succede a ogni comune mortale.

In particolare mi riallaccio all’ultima frase in cui esprimevo le mie considerazioni lapidarie sui moderni fast food, frase che mi è rimasta dentro e ritornata prepotente mentre leggevo statistiche, studi e considerazioni sulla moderna epidemia di obesità e sulla devastazione che un’alimentazione monotematica produce nel moderno e civilizzato “primo”mondo.

Così mentre riordinavo l’archivio delle foto di food personali un immagine mi ha fulminato perché rappresenta di per se un sintesi quasi perfetta di questa alimentazione monotematica.
Alimentazione che riesce a corrompere con il suo apparente irresistibile fascino migliaia di persone le quali davanti a tutto questo scelgono di spegnere il loro pensiero e la loro capacità di avere consapevolezza delle scelte.
Volutamente o meno, questo resta poi da definire.

Certo mi rendo conto che la capacità attrattiva che sconvolge i primordiali sensi collegati alla bocca e al naso è potentissima.
Vedersi li una bistecca calda fumante fatta con le forti note aromatiche carbonizzate date da una griglia e accompagnata da patate altrettanto attraenti sommate a una salsa che ha lo scopo di addolcire le particelle di amaro che altrimenti darebbero un segnale di allarme a quel che rimane del senso di autoconservazione umano è per molti irresistibile.
Non è da sottovalutare questo potere ammaliante, piuttosto va studiato con attenzione per capire cosa chi cerca di indicare una via alternativa ancora non ha saputo trovare.
Nel senso di quale linguaggio universale manca che sappia contrapporre un altrettanto irresistibile fascino senza apportare la medesima devastazione fisica e mentale.

Tracciando così una nuova strada di alimentazione consapevole, sana e equilibrata.
Questa immagine, probabilmente non perfetta, mi sembra però splendida da un certo punto di vista, perché nasconde al suo interno quei palliativi che chi si alimenta in questo modo cerca di fare propri per auto consolarsi e perdonarsi.
Così troviamo delle misere foglie di insalata a supportare la convinzione che tanto una quota di verdure tutto sommato si assimilano, verdure fresche fra l’altro e crude, per cui perché preoccuparsi del resto.
Senza poi considerare che anche le patate sono verdure, allora perché fare tante storie, alla fine l’equilibrio nutrizionale apparente c’è.
Se poi proprio ci fosse qualche difficoltà digestiva il limone è li apposta, aiuta a far accettare meglio la carne e inoltre apporta qualche vitamina in più.
L’apparente banalità di questi pensieri è in realtà un dato di fatto eloquente e dimostra anche che l’alimentazione è un elemento ancora fortemente istintivo.

Latita in questo senso la cultura e la conoscenza, cioè quello che dovrebbe essere più strettamente collegato al valore di evoluzione dell’essere umano.
Con il paradosso che quelli che consideriamo animali, quindi apparentemente esseri inferiori senza cultura e conoscenza, hanno una saggezza alimentare innata immensamente più evoluta.

La natura credo che se la rida alla grande.

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