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L'inganno salutistico dei cibi per bambini

L'inganno salutistico dei cibi per bambini

Insieme a tante ricerche onestamente equivoche dal punto di vista della reale utilità per le singole persone ce ne sono, per fortuna, di molto intelligenti e portatrici di interessanti riflessioni su come regolarci rispetto a convinzioni consolidate magari più dalla pubblicità che da elementi concreti.

È anche sarcastico notare come dietro convinzioni bonarie e in apparenza assolute ci sia semplicemente la mano di un industria a cui preme solo vendere, semplicemente fare soldi, punto e basta!

In effetti non si può pensare altro che così dopo aver letto il lavoro della brava e oculata ricercatrice Kirsten Rennie della University of Hertfordshire pubblicato sulla rivista Public Health Nutrition Journal.
Con molta perspicacia ha voluto indagare se i cibi con immagine più sana e salutistica fatti e destinati appositamente per i bimbi fossero realmente così differenti in positivo rispetto gli analoghi prodotti studiati per gli adulti.

Si parla di cibi molto classici, comuni e di base come yogurt nelle diverse formulazione e cereali per la prima colazione, cibi con un parallelo analogo anche nel mondo degli adulti.
Con la differenza che quelli per bimbi sono spacciati per più sani, più attenti alle componenti nutritive critiche (grassi, zuccheri, ecc), meglio controllati, con uso di materie prime selezionate e, naturalmente, con un prezzo maggiore dovuto a tutta questa speciale attenzione.

Ora di fronte a tutto questo cosa dire se si scopre, come ha fatto la ricercatrice mettendo a confronto identici cibi per piccoli e per adulti, che proprio quelli propagandati per salutari e calibrati hanno in realtà un alto contenuto in sale, zuccheri e grassi, addirittura più alto dei corrispondenti cibi “normali”???
Si potrebbero dire tante cose, ovviamente, io mi soffermo su due riflessioni principali.

La prima è che di quello che racconta la pubblicità, non solo spot televisivi e radiofonici, ma anche richiami, sigle e vanti più o meno prestigiosi contenuti sulle confezioni di vendita bisogna dubitare per principio facendo valere la regola preventiva dell’approfondire e confrontare prima di giudicare e accettare per “buono”.
La seconda, ancora più importante, è che bisogna smetterla con il comodo alibi che non si ha abbastanza tempo a disposizione per cucinare da se merende, biscotti, dessert, conserve e così via.

Come tutte le cose è solo questione di organizzazione, volontà e convinzione, quella consapevolezza interna che ci deve portare a capire che anche questa è una dimostrazione di amore, grande amore, per i propri piccoli monelli.

Gli si vuole bene non solo comprandogli giocatoli o portandoli a divertirsi, l’amore è anche nel cibo cucinato.
In quel cibo ci abbiamo messo ciò che siamo, lo spirito protettivo, prima ancora degli ingredienti alimentari.

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