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Il cibo che conforta e i risvolti sulla salute

Il cibo che conforta e i risvolti sulla salute

Alimentazione Visite: 4829

Il tema del cibo che conforta interessa e coinvolge tutti indistintamente, fa parte dei comportamenti umani da sempre, istintivamente e in maniera semplice rifugiarsi nel cibo era come appartarsi in un luogo segreto, intimo e esclusivo spesso lontano dagli occhi dei molti.

Tuttora è per molte persone un abitudine molto frequenteconsumare un piccolo dolcetto per consolarsi dalle avversità della vita, reali o fittizie che siano, un comportamento istintivo e primordiale come detto spesso irresistibile.
In molti casi si tratta di gestire periodi di stress o forte tensione e i vari "comfort food" sono una sorta di pillola che attenua l'impatto psicologica di queste situazioni.
Purtroppo è un comportamento che può facilmente degenerare e diventare elemento essenziale per l'insorgere di molte patologie moderne legate all'alimentazione.
Quanto questa primordiale abitudine sia sana e opportuna è una domanda aperta da molto tempo e varie ricerche hanno cercato di capire meglio la dinamica complessiva valutando i pro e i contro.

Un recente studio del Dipartimento di psicologia dell'Università della California e di Los Angeles pubblicato su Appetite non getta una luce cattiva su questa dinamica comportamentale, precisando però meglio i confini entro cui è meglio muoversi per non ottenere effetti opposti a quelli desiderati.
La ricerca si è basata sui dati che hanno interessato 2379 donne di giovane età (18-19 anni) di cui si sono osservate le reazioni psicologiche e pratiche di fronte a situazioni critiche o di stress.
Chi all'interno del gruppo di osservazione era ricorso al comfort food per superare le situazioni difficili riusciva sempre a reagire meglio e affrontare più agevolmente le problematiche.
Con un'eccezione importante che pone diverse riflessioni interessanti: chi viveva una situazione di depressione medio forte non traeva alcun beneficio dal "cibo che conforta" di qualsiasi tipologia.

La ricerca è importante per vedere sotto un'altra ottica un abitudine spesso condannata a priori senza alcuna analisi oggettiva, ma rimane una ricerca e come tale ha bisogno di altre conferme e di essere incrociata con chi è arrivato a conclusioni diverse.
Ad esempio la presenza di sole donne pone subito l'interrogativo se anche per gli uomini si innescano gli stessi meccanismi di compensazione.
E in ogni caso non risponde all'interrogativo di quale sia il confine tra un cibo rassicurante e uno degenerante proprio perché considerato di conforto a dispetto di quantità, frequenza e qualità.
Il tema è senza dubbio complesso e non archiviabile con una sola ricerca per quanto accurata, quello che ci può guidare è come sempre la moderazione e la consapevolezza di quello che consumiamo separandolo dal contesto oggettivo che viviamo.

Ricorrendo se proprio impellente a quei cibi di conforto che non portano in se un carico eccessivo di calorie e grassi come questa intrigante ricetta dove per altro si utilizza una parte del cibo spesso scartata, la buccia!

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Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro.

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