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Roveja e Grano Turanicum due alimenti ritrovati

Roveja e Grano Turanicum due alimenti ritrovati

Sono arrivati da provare, tra le mani del nostro Chef, una serie di “alimenti ritrovati” così definiti perché nel tempo caduti in disuso per via di molte ragioni, dalla scarsa produttività alla fatica nel raccoglierli e conservarli.

Alcuni sono molto curiosi, altri già conosciuti, in ogni caso hanno tutti una storia alle spalle e questa parola, storia, bisogna tenerla in alta considerazione perché può salvare dal clima di segnali contradditori spesso in arrivo dal mondo dell’alimentazione.

La storia è una delle poche garanzie rimaste per basare i propri criteri di scelta e non ondeggiare al vento delle mode e delle opinioni passeggere.
Ma torniamo ai nostri alimenti ritrovati.
Il primo è la “Roveja” nome assai curioso per una sorta di piccolo legume tondo grande quanto un piccolo pisello e dal gusto di fava (almeno da quello che si legge dalle informazioni di accompagnamento).

Il colore varia con sfumature rossastre, verde scuro, marroni e grigie e si dice che il fiore della pianta sia di grande bellezza, pianta presumibilmente progenitrice del pisello comune ma la classificazione botanica è ancora incerta.
Di fatto si sa che l’abbandono di questo legume è dovuto alla estrema fatica del raccolto con steli lunghi spesso coricati a terra e di lunga selezione.
Potrebbe essere che ora si sia trovata una modalità meno onerosa, questo ancora non lo sappiamo, ma molto dipenderà dal valore in se come alimento, sia dal punto di vista nutrizionale che soprattutto gustativo, vedremo.

Il secondo prodotto è un cereale, un grano dai bellissimi chicchi marroni che danno l’idea di sostanza e fragranza della parte interna.
È il “Grano Turanicum” un cereale dalla storia antica che cresce spontaneo con una meravigliosa spiga dai grandi grani, un grano che ama il fresco e predilige le zone collinari con clima ventilato.
Qui l’abbandono è dovuto, presumibilmente, alla scarsa resa per l’economia, ma ci informeremo meglio.

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