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Gotta, il triste ritorno

Gotta, il triste ritorno

Una malattia infiammatoria delle articolazioni legata all'iperuricemia tornata di attualità.
La moderna epidemia di obesità e sovrappeso porta con se una serie incredibile di situazioni negative, non solo ovvie e quasi "naturali" nel senso di logiche e conseguenziali, ma collegate con il remoto passato in una sorta di viaggio nel tempo a ritroso.

Ci sono molti aspetti deleteri legati a obesità e sovrappeso tra cui l'eccesso e l'abbondanza di proteine (quindi carne e pesce) che ha determinato nel tempo una reazione a catena in cui molte patologie silenti sono tornate a essere protagoniste in negativo della salute.

L'esempio più eclatante è la gotta una patologia di un lontano e remoto passato quando i signori dell'aristocrazia si cibavano di grandi quantità di carni abusando di un alimento che per tutto il resto della popolazione povera era una rarità.

Per uno dei tanti paradossi dell'umanità allora chi non poteva permetterselo ambiva a cibarsi della ricchezza di chi poteva non sapendo i danni che il consumo di carne eccessivo portava all'organismo!
Succede che oggi questa malattia infiammatoria delle articolazioni legata strettamente all'iperuricemia è tornata di grande attualità e di recente gli studi di controllo e verifica epidemiologici hanno messo in guardia sul ritorno in grande stile della gotta.

Il problema non è solo in relazione alla patologia specifica, all'iperuricemia si collegano problemi seri di ipertensione e una serie di interazioni pericolose con le malattie cardiovascolari in generale.
Con un dato molto allarmistico: i livelli di acido urico sono già alterati in età pediatrica in quella fascia di popolazione più coinvolta con i problemi specifici di sovrappeso.
Si tratta allora di intervenire prontamente sullo stile di alimentazione, la soluzione più efficace oggi come in passato sia per bimbi che adulti.

Oltre a ridurre ai minimi termini le componenti proteiche della carne e in parte del pesce serve soprattutto incrementare l'assunzione di quei cibi in grado di inibire la formazione dell'acido urico agendo su diverse componenti.

Con una precisazione molto importante perché teoricamente gli alimenti ricchi di purine, le sostanze che portano alla produzione ai acido urico nell'organismo, non sono limitati solo a carne e pesce ma contemplano anche cereali integrali, frutta secca a guscio e verdure di uso comune come spinaci e cavolfiori.

Che fare allora bisogna eliminare o limitare anche questi preziosi alimenti?
No come messo in evidenza su una recente revisione degli studi specifici pubblicata su Swiss Medical Weekly con autore fra gli altri Leonardo Punzi direttore dell'azienda ospedaliera-università di Padova.

Secondo gli studi epidemiologici il problema legato a un eccesso di purine riguarda strettamente alimenti come carne e pesce in quanto le osservazioni sul consumo del resto degli alimenti non ha messo in evidenza particolari problematiche.

Piuttosto è stato messo in risalto un pericolo più importante a cui prestare attenzione, l'eccesso di fruttosio che deriva dal consumo non controllato di preparazioni che lo usano in gran quantità come dolcificante, magari vantandosi di essere senza zuccheri!!!

Ma quali alimenti prediligere allora per prevenire con efficacia questa patologia?
In generale tutti quelli che fanno tradizionalmente parte della cucina mediterranea e in particolare broccoletti verdi, pomodori in tute le forme, porri e indivie ad esempio.

Da soli o combinati insieme, come in questa buonissima e stuzzicante ricette di pasta!!!

Farfalle-integrali-con-broccoletti

Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro


Per maggiori informazioni e schede più dettagliate consultare il libro "Ipertensione: curarla a tavola"

prevenire il colesterolo

 

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