La strada più promettente per abbassare la quantità di sale usata quotidianamente è quindi quella di lavorare sulle amplificazioni sensoriali che altre sostanze con incidenza positiva possono portare ai cibi.
Gli esempi non mancano e diverse combinazioni, abbinamenti, intrecci, espedienti chimici e fisici giocati ad esempio sulle temperature di consumo hanno dato discreti risultati, anche se in termini minimali.
Eppure abbiamo a nostra disposizione almeno due categorie di elementi che da questo punto di visto possono svolgere un ruolo determinante, le erbe aromatiche e le spezie.
Su queste ultime getta una forte luce di speranza un nuovo studio condotto in Cina in cui si è dimostrato che gli individui che consumano abitualmente alte dosi di spezie, in particolare se piccanti, hanno una minore tendenza e utilizzare il sale nella preparazione del cibo.
Ciò sembra dovuta a una spiccata amplificazione della soglia di tolleranza nei confronti del sodio, in pratica le interazione aromatiche delle spezie e della sostanza principe della componente piccante, la capsaicina, compensano ampiamente la gratificazione sensoriale e la necessità di rendere più gustoso e succulente il cibo preparato aggiungendo sale esterno viene meno con un diretto beneficio sulla salute dell'organismo e sulla riduzione dei valori pressori.
Il lungo studio ci rivela poi altre notizie e indicazioni pratiche e sicuramente è interessante approfondire la questione grazie alla documentazione aperta consultabile da chiunque a questo indirizzo.
Per chi si occupa di cucina, salute e benessere è invece un forte incentivo a proseguire sulla strada di valorizzazione di ricette e piatti attraverso l'uso massiccio di spezie e erbe aromatiche sapendo con certezza che queste portano contributi diretti e indiretti di grande spessore.