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Guarire con il cibo

Guarire con il cibo

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300 ricette di cucina e rimedi naturali

Libro interessante e ambizioso ammantato di molta filosofia e elementi esoterici, "Guarire con il cibo" raccoglie la pluriennale esperienza dell'autrice che ha indagato il difficile rapporto tra cibo, malattie, cure e guarigione.

Ci è interessato leggere il voluminoso libro analizzando in particolare la parte direttamente legata alla cucina, ponendo attenzione ai numerosi intrecci indicati rispetto alla corretta alimentazione e alle preparazioni tecniche.
L'impostazione del libro è fortemente Macrobiotica e si ritrova un po' in tutte le pagine, con i pregi e i difetti che questo approccio porta con se. Il cibo è messo al centro di ogni interazione e chiaramente indicato come elemento funzionale alla guarigione di numerosi disturbi, tesi affascinante ma certamente azzardata. Più volte viene sottolineata l'interazione tra stati di malessere (stanchezza, mal di tesata, ecc giusto per citare i più frequenti) e tipo di alimenti consumati, una tesi anche questa abbastanza opinabile e strettamente soggettiva.

Malgrado questo e, ribadiamo, per quanto discutibile la concezione di cibo come cura invece di come prevenzione e aiuto alla guarigione, bisogna riconoscere al libro il merito di mettere in un'ottica corretta il rapporto alimentazione, cibo e buona salute.
Una frase delle pagine introduttive ci è piaciuta in particolare e crediamo serva a far riflettere in profondità il nostro rapporto con il cibo sottolineando in maniera efficace i punti deboli che spesso spingono a uno squilibrio nutritivo precursore di molte disfunzioni:

Parlando di alimentazione, si pensa solo al cibo ingerito quotidianamente, ma tutto ci nutre, ad esempio la lettura, la conservazione, il lavoro, la natura, l'ascolto, la meditazione.

Una frase illuminante e profonda, per quanto sembri affermare cose banali, ma è proprio questo il crocevia che spesso ci porta a nutrirci male, pensare solo al cibo ingerito, vivere solo di questo (quasi sempre inconsciamente) e ignorare tutto il resto.
Ritornando agli aspetti pratici di cucina osserviamo come alcuni consigli tecnici, ad esempio quelli sui tagli, sono poco corretti e funzionali a una buona cottura reale, lasciano anche perplessi le numerose indicazioni sui tempi di cottura eccessivamente lunghi e non giustificabili con esigenze reali, in particolare quando si parla dei cereali.

Sulle verdure, elemento che conosciamo molto bene, si ritrovano poi le tipiche proibizioni della cucina macrobiotica che vede come elementi negativi tutti gli ortaggi appartenenti alla famiglia delle Solanacee. Una tesi storica smentita dai fatti e che lascia abbastanza perplessi in quanto probabilmente valida per alcuni soggetti, ma non generalizzabile a tutta la popolazione. Privarsi di peperoni, patate, pomodori, ecc. è, dal nostro punto di vista, alquanto discutibile. Ancora una volta si cade nel tranello di demonizzare specifici alimenti (in generale capita spesso anche con specifiche cotture o materiali) che di per se, al contrario, non hanno alcun demerito naturale, anzi. Come sempre è l'uso che si fa di un determinato elemento a generare conseguenze negative, non l'elemento in se.

In ogni caso è un libro che riteniamo valido se non altro per l'ampia riflessione a cui spinge il lettore, un merito non da poco.
Peccato solo per le imprecisioni tecniche e alcune tesi alimentari su cui avremmo preferito maggiore prudenza.

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