Colesterolo, un gustoso modo per contrastarlo
È una sostanza indispensabile per l'organismo (senza praticamente cessano numerose funzioni organiche) e allo stesso tempo accusata, a torto o ragione, di contribuire a scatenare patologie serie e invasive se non addirittura mortali.
Si tratta del colesterolo sui cui purtroppo le industrie farmaceutiche speculano alla grande, teoricamente per fini nobili ovvero la salvaguardia della salute dei pazienti, in pratica con il grande sospetto comprovato da studi, libri e ricerche autonome di pure ambizioni economiche.
Ma quante armi abbiamo tramite l'alimentazione per contrastare un alta percentuale di colesterolo nel sangue e controllare i suoi effetti sulla salute?
Molte, moltissime a cominciare dai più comuni e poco usati cereali in chicchi spesso sottovalutati in cucina come ad esempio orzo e avena.
Riscoperti da alcuni degli ultimi studi scientifici per via dell'alto ruolo protettivo grazie all'elevata percentuale di beta glucani che contengono portano in dote numerose altre prerogative positive.
Torniamo ai Beta glucani, parola misteriosa ai più che però porta con se vantaggi non indifferenti per la salute dell'uomo tanto da essere al centro dell'attenzione degli studi più moderni.
È una fibra solubile e come tutte le fibre è già preziosa solo per questo motivo, la nostra protagonista però ha una precisa funzione che risulta potenzialmente molto utile per molte persone, quella di aiutare a ridurre il colesterolo.
E lo fa in maniera piacevole, nel senso che per assimilarla basta consumare quei cibi che la contengono in maggiore quantità fra cui appunto avena e orzo.
Sottolineiamo in maggiore quantità perché la dose effetto si ha quando se ne consuma almeno 3 grammi al giorno e questi ottimi cereali per ogni 100 grammi di quantitativo consumato (una porzione un po' abbondante ma facilmente prevedibile in un piatto unico) ne portano oltre i 3 grammi arrivando nel caso dell'orzo perlato o della sua farina fino a 4,2 grammi.
Oltre questo dosaggio non si hanno ulteriori vantaggi per cui è inutile esagerare!
Per altro la ricerca alimentare applicata all'agricoltura sta cercando di selezionare le tipologie di ogni singolo cereale che più contengono beta glucani.
Ma come si è arrivati a queste considerazioni?
Soprattutto grazie a una meta analisi dell'American Journal of Clinical Nutrition che ha passato al setaccio ben 28 studi e ricerche che mettevano in relazione, confrontavano e incrociavano diete e pasti quotidiani con una dose adeguata di beta glucani e diete con dosi più basse o quasi nulle.
Chi consumava almeno 3 grammi di questa fibra aveva in media una riduzione del colesterolo LDL di circa il 7% (9,6 mg/dl), una media che si innalzava in chi aveva livelli di colesterolo molto elevati e singolarmente nei diabetici.
Una singolarità spiegata dal fatto che avena e orzo come anche cereali simili apportano all'organismo anche dosi interessanti di polifenoli, acidi fenolici e lignani notoriamente utili per la prevenzione delle disfunzioni metaboliche.
Tornando ai beta clucani il loro effetto è spiegato dalla intrinseca e particolare viscosità che contribuisce a ridurre proprio quella frazione di colesterolo in gergo definita "cattiva", anche se si ipotizza che l'apporto positivo vada ben oltre questo singolo meccanismo.
È quindi importante consumare questi cereali e se per l'orzo le occasioni sono un po' più frequenti, esistono ad esempio nel nord Italia un discreto numero di ricette tradizionali a base di orzo, per l'avena il discorso è più complicato e il rischio è quello di consumarla soltanto attraverso i diffusi fiocchi meno efficaci e purtroppo spesso infarciti di zuccheri e grassi aggiunti.
Per questo suggeriamo questa ricetta con protagonista l'avena in chicchi che di per se è ottima anche consumata semplicemente lessata grazie alla sua lieve dolcezza naturale.
Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro