Lo studio osservazionale risale al 2017, ma la tematica affrontata rimane ancora del tutto valida e estremamente interessante visto che tocca un aspetto molto sentito per quanto riguarda i problemi di artrosi al ginocchio.
Una situazione destabilizzante che con il passare dell’età colpisce indistintamente per una lunga serie di fattori e eventi più o meno traumatici.
Sapere che vi è una relazione, anche se non ancora convalidata totalmente, tra l’alimentazione e le problematiche di osteoartrosi del ginocchio consente di portare un aiuto comunque importante verso le persone che ne soffrono.
Come spesso affermiamo dobbiamo considerare che oltre all’apporto benefico nutrizionale di determinate sostanze c’è in parallelo un apporto psicologico dato dal potere consumare con gusto e piacere i piatti portati a tavola e dare così una carica di positività in più verso chi combatte contro una patologia qualsiasi essa sia.
I dati dello studio osservazionale sono stati ottenuti dopo aver confrontato gli esiti di due ricerche statunitensi di lunga durata relative alle problematiche di osteoartrosi al ginocchio.
In particolare il focus era sulla relazione tra le fibre ingerite quotidianamente con la dieta e la gestione del dolore al ginocchio conseguente all’artrosi specifica.
Quanto più sono state le fibre presenti nei pasti quotidiani consumati lungo un esteso arco temporale tanto meno si sono registrate problematiche dolorose evidenziando un rischio minore e una gestione più facile dei decorsi clinici.
In pratica nel momento in cui cibi e ricette consumate contengono alimenti integrali, abbondanti ortaggi e verdure, frutta e legumi (solo per citare le categorie principali) le fibre che contengono portano a un rischio significativamente inferiore di peggioramento del dolore al ginocchio.
Un motivo in più per impegnarsi nella scelta di prodotti ad alta percentuale di fibre cercando le soluzioni di gusto migliore per valorizzarli, le stesse che trovate in abbondanza nel nostro sito!
La leggenda più diffusa e conosciuta racconta della bella Mintha, ninfa mitologica dell’antica Grecia, che fa innamorare di se Plutone e per vendetta viene trasformata in pianta da parte delle gelosa moglie Proserpina regalando a noi una delle erbe aromatiche più buone e utili in cucina.
Al dio disperato non restò altro che donargli il caratteristico e fresco profumo, una aroma intenso e inconfondibile che appunto non può certo mancare nel repertorio della dispensa alimentare personale.
La mitica menta è quindi da sempre conosciuta e usata dall’uomo nelle innumerevoli varietà che si possono trovare in natura, diverse a volta per forma, ma soprattutto per l’intensità e le sfumature di sapore.
Tra le più note possiamo sena dubbio citare la menta Piperita, nata dall’incrocio naturale di diverse specie è oggi molto diffusa e coltivata, anche se a volte si può trovare inselvatichita in prati e giardini.
Si tratta di una varietà dall’aroma molto forte e penetrante e per questo motivo va usata con attenzione calibrando gradualmente la sua aggiunta con gli altri ingredienti, in relazione al gusto personale, ma non bisogna certo dimenticare tutte le altre ottime varietà che possiamo trovare e utilizzare a nostro vantaggio per note esclusive di freschezza.
Dal punto di vista botanico la menta è una pianta erbacea aromatica perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee, originaria dell’Europa tollera abbastanza bene il clima continentale e allo stato selvatico si trova dalla pianura fino a 7-900 m di altezza.
Ha radici molto sviluppate, invasive e ricche di stoloni, fusti aerei sia eretti che striscianti che possono arrivare all’altezza di 60-80 cm, foglie oblunghe e seghettate di colore verde vivo, fiori bianco rosa riuniti in spighe.
Il sapore è unico e inconfondibile, decisamente penetrante e leggermente piccante insieme a profumi intensi facilmente miscelabili a molti ingredienti.
In cucina in presenza di altre erbe estive come basilico e maggiorana bisogna avere l’accortezza di dosarla con molta attenzione per evitare che predomini e danneggi gli altri aromi.
È una pianta resistente e tenace che produce molte foglie per un lungo periodo di tempo, per questi motivi e il prezzo spesso spropositato con cui sono venduti sul mercato i singoli rametti, si consiglia la coltivazione in casa. Meglio un trapianto di una piccola pianta che una semina, scegliendo un vaso grande in cui non coesistano altre specie.
Si utilizzano prevalentemente le foglie raccolte di preferenza la mattina o la sera, le sommità fiorite sono destinate più a guarnizioni, tisane e bevande. Lavate e asciugate si spezzettano finemente con le mani solo nel momento in cui si uniscono al condimento scelto.
Ripetendo che è preferibile la coltivazione da se e la raccolta nel momento dell’uso se comunque acquistata esternamente può essere conservata in frigorifero per 1-2 giorni chiusa in barattoli di vetro scuro o avvolta da un panno umido.
Il mentolo, il principale componente di questa erba aromatica, ha proprietà stimolanti, digestive, antisettiche e analgesiche, ma ad alte dosi può provocare problemi a tutto il sistema nervoso, fare molto attenzione in particolare al potentissimo olio essenziale puro.
Caratteristiche: pianta erbacea aromatica perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee con radici molto sviluppate, fusti aerei che possono arrivare all’altezza di 60-80 cm, foglie oblunghe e seghettate di colore verde vivo, fiori bianco rosa riuniti in spighe.
Aroma: aroma molto personale, intenso, fresco e penetrante con un sentore leggermente piccante che riesce ad esaltare una lunga serie di alimenti lasciando piacevoli e durature sensazioni al palato.
Uso: la menta ha nei piatti un ruolo rinfrescante adatto per esaltare e rafforzare i condimenti usati e equilibrare al meglio i più diffusi insaporitori come sale e zucchero limitandone in maniera naturale la presenza, con giovamento della nostra salute.
Abbinamento: in genere si consiglia di utilizzare la menta a crudo, in cotture brevi a basse temperature o all’interno di ripieni vari e pastelle dove è protetta molto bene dagli altri ingredienti, gli abbinamenti più diffusi vanno dalle insalate miste stagionali ai piatti di pesce, in particolare crostacei, cereali in chicchi, frittate, macedonie e dessert di frutta.
Questa volta invece di parlare di cibo, ricette e sana alimentazione vogliamo segnalare molto volentieri un bel concorso dedicato al talento delle donne in cucina e al loro modo unico di interpretare il condimento da preferire in assoluto quando si ha a cuore la preparazione di piatti buoni e sani, l’olio extravergine di oliva!
Un condimento che come sapete è il principe di tutta la nostra filosofia di cucina e la base da cui partire sempre per la creazione di piatti nel puro stile della cucina della salute come raccontiamo spesso.
Extracuoca, il talento delle donne per l’olio extra vergine è un Concorso di cucina, promossa dall’Associazione Nazionale Donne dell’Olio e dal Comitato di Coordinamento del Concorso Ercole Olivario in collaborazione con altre rilevanti associazioni di categoria, ma soprattutto con prestigiosi professionisti del settore tra cui come figura preminente il nostro Chef Giuseppe Capano.
Un evento unico e originale rivolto a tutte le cuoche professioniste con l’obbiettivo di colmare almeno in parte la poca riconoscibilità data al lavoro creativo delle donne in cucina e alla loro particolare predisposizione nell’usare il pregiato olio ricavato dalle olive.
La partecipazione al Concorso è gratuita ed è aperta a tutte le cuoche professioniste che abbiano raggiunto la maggiore età e che operino o che abbiano operato negli ultimi tre anni in strutture ristorative come chef titolari della cucina del locale o ricoprendo ruoli di gestione di partite o settori specifici (primi piatti, secondi, pasticceria, o altro).
Gli obbiettivi che si propone di raggiungere il concorso sono:
Per le loro ricette le cuoche avranno a disposizione e potranno utilizzare gli oli finalisti del Concorso oleario Ercole Olivario, la cui eccellenza è garantita grazie alle fasi di selezione regionali e ai rigidi criteri di accesso.
Ma non si tratta solo di un semplice concorso, rappresenta ancora di più un occasione di formazione preziosa attraverso specifici webinar incentrati sui vari aspetti che ruotano intorno all’uso dell’olio di qualità, al riconoscimento delle sue caratteristiche salienti, alla conoscenza delle tante varietà presenti in Italia, alle applicazioni pratiche in piatti e ricette.
Tra le occasioni di formazione qualificata quella a nostro avviso più importante e utile sarà tenuta da due professionisti di assoluto livello che sapranno offrire molti motivi di conoscenza e di approfondimento estremamente interessanti, i docenti saranno lo Chef e consulente alimentare Giuseppe Capano e il tecnologo alimentare, esperto in nutrizione ed educazione alimentare Giorgio Donegani una figura di assoluto livello e presidente della stessa giuria che vaglierà le proposte delle partecipanti.
Il tema trattato in questo vero e proprio corso sarà dedicato all’olio extra vergine come elisir di lunga vita per la propria salute e come condimento principe della buona e sana cucina di stampo mediterraneo e Italiano.
In sintesi i principali aspetti affrontati nel webinar:
Per tutte le informazioni e le modalità di iscrizione al concorso potete visitare il sito web dedicato, mentre nella sezione instagram a questo indirizzo potrete trovare un simpatico video con tutte le caratteristiche salienti di questa bellissima iniziativa!
Malattie cardiache e dieta sono da sempre profondamente intrecciati, ciò che mangiamo influisce direttamente sull'efficienza dell’organismo e sulla sua capacità di sapersi difendere da eventi violenti e improvvisi come spesso sono queste patologie.
La relazione è nota da tempo insieme ad altri fattori di rischio come l’ipertensione, il colesterolo alto, il fumo, l’inattività fisica, l’obesità, la glicemia alta, l’abuso di alcol, la compromissione della funzionalità renale, l’esposizione al piombo e l’inquinamento atmosferico.
Tuttavia è sul perno malattie cardiache e dieta che si è sempre posta la più grande attenzione come attesta anche uno dei più recenti studi sul tema.
Pubblicato su European Heart Journal - Quality of Care and Clinical Outcomes la ricerca ritiene in maniera inequivocabile che si potrebbero prevenire in maniera molto efficace più dei due terzi degli eventi fatali riconducibili alle funzionalità del cuore se si seguisse un alimentazione curata e attenta.
E il dato non riguarda solo come spesso accade i soli paesi industrializzati sensibili ad altri fenomeni deleteri come l’inquinamento dell’aria e del suolo, ma è generalizzata a ogni latitudine.
Ovunque quindi una dieta poco sana porta conseguenze altamente negative, sia che lo sia per abitudini di “ricchezza” e sovrabbondanza sbagliate come accade nelle nazioni più sviluppate che per mancanza di risorse alimentari adeguate nei paesi in via di sviluppo.
La ricerca portata avanti dalla York University di Toronto ha confrontato i dati del Global Burden of Disease Study 2017, condotto in 195 paesi tra il 1990 e il 2017 focalizzandosi sull’influenza negativa di comportamenti e elementi esterni di rischio rispetto agli eventi mortali riconducibili alla morte per cardiopatia ischemica.
Il dato più eclatante emerso è che a prescindere dagli altri fattori di rischio concomitanti è potenzialmente possibile prevenire fino a quasi il 70% di decessi per cardiopatia ischemica nel mondo con il consumo di un’alimentazione corretta e attenta.
Si parla in particolare di un percorso virtuoso ricco di tanti e vari cibi di origine vegetale in base alla stagionalità e disponibilità del mercato che è sempre molto ampia con un 'integrazione intelligente di condimento ad alta valenza salutistica come l'olio extravergine d'oliva, spezie, erbe aromatiche, semi oleosi e pesce.
Riduzioni significative si avrebbero anche con il controllo serrato della pressione arteriosa sistolica ad esempio riducendo fortemente la quota di sale presente nei piatti e nei prodotti industriali così come monitorando il colesterolo, l’abuso di alcol, la glicemia, il fumo e il sovrappeso.
Ma in ogni caso il collegamento tra malattie cardiache e dieta rimane il fattore a cui prestare in assoluto la massima attenzione per prevenire al meglio problemi rilevanti alla salute e questo lo si può fare consumando cibi sani cucinati con gusto e piacere come cerchiamo di dimostrare da sempre su cucina e salute!
Lo zafferano è una spezia ricca di riferimenti mitologici e religiosi, nell’antica Grecia si faceva risalire la sua nascita all'amore contrastato fra Smilace e Croco con quest’ultimo trasformato per punizione nella soave pianta, poi divenuta il giaciglio prediletto da Zeus, il re dell’Olimpo.
Il suo alto valore simbolico è rimasto costante presso tutti i popoli per via dei significati attribuiti all’intenso colore giallo che rilascia quando unito ai cibi, un colore dovuto in particolare al carotenoide crocina sostanza solubile nei grassi da cui passa poi in ingredienti e alimenti in maniera diffusa.
In ogni caso è bene ricordare di dosare sempre con parsimonia l’aggiunta di zafferano nelle ricette sia per non coprire e rovinare gli altri aromi sia per l’alto costo derivato dalla sua particolare resa in coltivazione.
Oggi il valore commerciale dello zafferano è molto alto e ci sono ottime produzioni con il metodo biologico, ma di questa pianta come di quasi tutte le spezie e le erbe aromatiche non bisogna dimenticare gli effetti e i benefici terapeutici che toccano diversi aspetti della salute.
Porta in dote, infatti, riserve preziose di zeaxantina, beta-carotene, licopene e di altri importanti antiossidanti che aiutano a rinforzare le difese immunitarie dell’organismo dalle più comuni infezioni e da patologie potenzialmente molto gravi e invalidanti come i tumori.
In natura è una pianta erbacea bulbosa appartenente alla famiglia delle Iridacee, originaria dell’Asia minore è coltivata anche in Italia in molte zone diverse a prescindere dal contesto geografico.
Si caratterizza in particolare come specie da fiore perenne alta mediamente 30 cm con petali di colore violetto e stimmi interni rosso aranciato che sono poi il suo reale tesoro.
Profumo, colore e sapore sono inconfondibili e molto intensi, difficilmente paragonabili ad altre spezie e aromi, la cautela nel suo uso non è per altro solo una questione economica, ma deve tenere conto della sua invadenza organolettica.
A parte i classici risotti lo zafferano rientra in molte altre preparazioni di cereali in chicchi come gli orzotti, nelle salse da primi freschi e secchi, nei piatti di pesce e crostacei, in creme e zuppe di verdure, in numerosi dolci e dessert, nelle ricette con carni bianche.
Generalmente si trova in polvere in piccoli pacchettini, ma non sempre eccelle come qualità, meglio quando possibile procurarsi gli stimmi ancora interi.
I pareri sulla sua aggiunta in cottura non sono concordi, in genere si preferisce inserirlo a fine preparazione, ma con alcune combinazione di ingredienti è accettabile lasciarlo cuocere anche un po’ più a lungo pur a fronte di alcune perdite nutrizionali maggiori.
Prima dell’aggiunta al piatto in preparazione è consigliabile scioglierlo in acqua, brodo o latte caldo mescolati a piccole quantità di grassi, lasciandolo in ammollo 1-2 minuti se in polvere, 20 o più minuti se in stimmi.
Per la sua conservazione ottimale è preferibile riporre lo zafferano in barattoli ermetici evitando la presenza di altre spezie e di contesti umidi.
Caratteristiche: pianta erbacea bulbosa appartenente alla famiglia delle Iridacee in cui spicca il bel fiore perenne con petali di colore violetto e stimmi interni rosso aranciato che una volta raccolti con attenzione diventano il vero e proprio zafferano commerciale.
Aroma: il sapore così come il colore sono inconfondibili e intensi, va utilizzato con parsimonia e non solo per una questione economica, ma per poterne apprezzare in equilibrio le doti organolettiche.
Uso: in genere si preferisce inserirlo a fine preparazione, ma prima dell’aggiunta è consigliabile scioglierlo in acqua, brodo o latte caldo mescolati a piccole quantità di grassi.
Abbinamento: oltre ai classici risotti lo zafferano rientra in molte altre preparazioni di cereali in chicchi, nelle salse per primi piatti, pesce e crostacei, creme e zuppe di verdure, numerosi dolci e dessert, ricette con carni bianche.